la parola cresceva

commenti alla Parola della domenica e riflessioni

Archivi per il mese di “Maggio, 2023”

Solennità di Pentecoste anno A – 2023

At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

Pentecoste è la festa dei cinquanta giorni dopo la Pasqua (Deut 16,16), festa gioiosa di pellegrinaggio al tempio, festa dell’estate che accoglie il dono della terra e del lavoro nella mietitura: “celebrerai anche la festa della settimana, la festa cioè della primizia della mietitura del frumento e la festa del raccolto al volgere dell’anno” (Es 34,22; cfr Es 23,16; Deut 16,9-10; Num 28,26).

La gioia, il, riconoscimento di un dono di vita, la condivisione e la sospensione propria di un tempo di festa connotano tale momento. In questo sfondo la festa assunse la caratteristica di memoria del dono della Legge che ricorda il l’orizzonte di fondo della vita nel seguire la chiamata di Dio e nel servirlo (Es 3,12).

La pentecoste non ha data precisa nel calendario ebraico ma esige il conto dei giorni, a partire da Pasqua e ciò è segno dell’atteggiamento da coltivare in rapporto alla Torah: contare i giorni reca con sé il rinvio all’attitudine dell’attesa ed alla consapevolezza di un tempo donato.

Per la prima comunità cristiana i cinquanta giorni dopo la Pasqua sono collegati all’esperienza del dono dello Spirito santo. Luca racconta il giorno di Pentecoste a Gerusalemme dopo la Pasqua di Gesù, e descrive l’esperienza della prima comunità nel rapporto con Gesù che ha lasciato i suoi ma è incontrato vivo nel tempo dell’assenza: i simboli del vento impetuoso e delle lingue di fuoco rinviano al dono dello Spirito percepito nei cuori che investe le esistenza aprendole all’inaudito.

Coloro che sono investiti di ‘forza dall’alto’ si fanno annunciatori animati da fiducia e coraggio. Sono consapevoli che questa forza non proviene dalle loro capacità ed il loro parlare ha un’efficacia comunicativa nuova, è comprensibile e raggiunge gli uditori. Persone provenienti da popoli diversi s’interrogano “Com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?” (At 2,8). Una nuova comunicazione si apre: la promessa di Babele, il progetto di Dio che benedice la diversità si fa esperienza di una comprensione possibile e di un dialogo nuovo. Il racconto di Pentecoste è innanzitutto proposto da Luca quale momento che contrasta la logica di Babele: è infatti critica ad ogni pretesa di costruire un impero unico che parli una sola lingua e prenda così il posto di Dio: può essere ogni sistema religioso o civile che si pone come assoluto e domina sulle persone. Ma il racconto lucano va anche oltre ed indica in ciò che accade a Gerusalemme il compimento della promessa di Babele. A Babele infatti si era manifestato il disegno di Dio sull’umanità: Dio non vuole che gli uomini siano dispersi, in conflitto tra loro e rimangano chiusi nella solitudine dell’incomunicabilità, ma intende suscitare le diversità (diverse lingue) aprendo ad una comunione possibile nelle differenze (l’intendersi ciascuno nella propria lingua).

A Pentecoste si realizza un annuncio ed una testimonianza nuova: “Li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio” (At 2,11). Lo Spirito è presenza che de-centra la vita, la rende lugoo di un dono e spinge ad annunciare e testimoniare l’opera di Dio.

Nel IV vangelo l’evento del dono dello Spirito è posto nel racconto della sera del giorno di Pasqua. Gesù presentandosi in mezzo ai discepoli ‘alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo’ (Gv 20,22). Il quarto vangelo legge nella morte di Gesù un evento di consegna e di amore. Il Padre consegna il Figlio e il Figlio proprio nel momento della sua morte consegna lo spirito (Gv 19,30). La croce assume i contorni di une vento di rivelazione del volto di Dio come amore che si apre ad una relazione di vita e di incontro, di comunione.  Proprio sulla croce si attua il dono dello Spirito, il soffio non catturabile di una presenza che è forza di rigenerazione, di apertura, di libertà.

Alessandro Cortesi op

Spirito e creazione

Vieni Santo Spirito

Tu sei il soffio silenzioso

Dell’amore di Dio

Lasciati percepire

nell’alito che innerva la creazione

nell’energia di vita che l’acqua ci porta

nella forza e bellezza delle rocce

nella fecondità racchiusa nelle zolle della terra

nell’aria pura che alimenta il nostro respiro

nel calore del fuoco che consuma e trasforma

Aprici a sentire il tuo soffio

nella vita degli esseri

dai più piccoli ai più grandi

nel silenzioso crescere dei fili d’erba

nello scendere delle gocce di rugiada al mattino

nello sbocciare dei fiori diversi

nelle luci delle stelle e nei colori dell’arcobaleno

nei battiti d’ali delle rondini in volo

nell’ordinato lavorio delle api

nella fedeltà dei piccoli animali domestici

nel lento movimento dei grandi cetacei

nei riflessi multicolori dei banchi di pesci

nelle profondità del mare

Vieni Spirito santo

Tu sei la forza della Parola

che anima il coraggio di

uomini e donne

capaci di libertà.

Donaci di accoglierti

negli sguardi di chi non smette di sognare

nelle mani di chi lotta per un mondo di giustizia

nelle braccia di chi accoglie e presta soccorso

nei volti di chi coltiva la difesa dei diritti.

Tu sei dono silenzioso

che trasforma i cuori nell’amore

Tu sei la Sapienza nascosta di Dio

come tessitrice intrecci trame di relazioni

Apri i nostri occhi a riconoscere la tua presenza

in ogni percorso di amore.

Rendici sensibili al grido di sofferenza

della natura ferita

e dei giovani privati di futuro

Rompi la nostra indifferenza

al gemito dell’ambiente

e della creazione.

Ascensione del Signore – anno A – 2023

At 1,1-11; Efes 1,17-23; Mt 28,16-20

“Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.”

Una festa tra la terra e il cielo da leggere in legame inscindibile con la Pasqua. Gesù ‘fu elevato in alto’. Il ‘cielo’ rinvia a ciò che sta in alto, contrapposto alla terra: il cielo è il luogo di Dio mentre la terra è luogo degli uomini. Il passaggio di Gesù tiene insieme queste due dimensione la terra e il cielo, la vita di Dio e la vita umana.

Gesù viene ‘innalzato’: con la risurrezione passa ad una vicinanza nuova con il Padre. La presenza del Padre è evocata dall’immagine della ‘nube’ segno del manifestarsi di Dio, presente anche se inafferabile (cfr. Es 13,21-22; 24,15-18; Lc 21,27; 1Ts 4,17). L’umanità di Gesù è assunta in una comunione nuova. Gesù è preso dal Padre e portato nella condizione di ‘signore’. La prima comunità è così condotta a riflettere sull’identità di Gesù: colui che è sceso, nel suo farsi servo è il medesimo di colui che sale, innalzato alla destra del Padre. Il movimento richiama l’ascesa al trono del re cantata nei salmi. “… lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli” (Ef 1,20, seconda lettura). La sua vita si pone nel discendere, nel farsi servo e così rende visibile il volto di Dio, volto dell’amore che si fa servizio e dono.

Nel salire Gesù lascia una benedizione ai suoi. La festa dell’Ascensione è invito a guardare Gesù, nel suo essere signore della storia: è il risorto, il medesimo crocifisso e umiliato. E’ anche richiamo alla responsabilità della comunità dopo la risurrezione: Gesù indica ai suoi di non lasciarsi prendere da vane curiosità sul futuro. Chiede loro ‘di non allontanarsi da Gerusalemme’, e di essere testimoni fino ai confini della terra.

L’ascensione rinvia al tempo della storia in cui incontrare in modo nuovo il Signore: è tempo di attesa in cui lo Spirito è ‘promessa del Padre’ e la ‘forza che li investe dall’alto’.

I discepoli sono chiamati a vivere la predicazione nella linea della conversione e del perdono dei peccati per tutti. Conversione e perdono sono due frutti della Pasqua.

L’impegno storico a costruire percorsi di conversione gli uni verso gli altri, di accoglienza del volto di Dio che guarda per primi ai poveri e ai piccoli è invio che  apre alla responsabilità del quaggiù: ‘perché state a guardare in alto?’. Nell’Ascensione appare la dimensione comunitaria che segna ogni percorso del credere.

Gesù è andato a preparare un posto e affida ai suoi il compito di fare comunione, di orientare la vita all’incontro con Cristo. La promessa è una vicinanza nuova: ‘ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’.

Alessandro Cortesi op

VI domenica di Pasqua – anno A – 2023

At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21

“Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo…”. La missione di Filippo inizia proprio dalla Samaria, considerata regione abitata da popoli pagani (cfr. 2 Re 17,24-41; cfr. Gv 4,18) e i cui abitanti erano visti con disprezzo (cfr. Sir 50,25-26; Gv 4,9.20). Lì l’annuncio viene accolto tra persone considerate lontane e impure: ‘imponevano loro le mani e ricevevano lo Spirito Santo’. Il primo messaggio di questa pagina riguarda la libertà dello Spirito, l’abbattimento di ogni barriera di tipo culturale e religioso. E’ questa la scoperta di Pietro nella casa del pagano Cornelio: ‘Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto’ (At 10,34)

Filippo ‘cominciò a predicare loro il Cristo’. L’attività dei primi inviati si concentra sull’annuncio di Gesù come messia: attestano che Gesù è il messia atteso, colui che libera la vita dalla paura, dal peccato, da ogni prigionia. Filippo compie tale annuncio con un modo di agire che riprende lo stile di Gesù: continua i suoi gesti di liberazione, di cura.  Con discrezione accompagna nel cammino e aiuta a leggere la Parola di Dio in riferimento a Gesù stesso (cfr. Lc 24,13-35). Filippo scende sulla via, sale sul carro del funzionario etiope, ascolta le sue domande e gli si fa vicino nella sua ricerca (cfr At 8,26-40). In Samaria Filippo ‘recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo’. La bella notizia, il vangelo è dono che conduce a scorgere l’azione dello Spirito che trasforma la vita. Viene in tal modo presentato lo stile di annuncio del vangelo, come cammino di compagnia, di apertura all’incontro con Cristo che conduce alla gioia (At 8,39).

La presenza dello Spirito donato con l’imposizione delle mani si unisce infatti all’esperienza della gioia. ‘E vi fu grande gioia in quella città’ (At 8,8). La predicazione di Filippo e degli altri apostoli genera apertura ad uno sguardo nuovo sulla vita. Negli Atti si ripete con insistenza come anche nei momenti di prova i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito santo (At 13,52). Un’atmosfera di gioia accompagna la predicazione del vangelo ed il percorso della fede. Il regno di Dio è infatti ‘pace e gioia nello Spirito Santo’ (Rom 14,17) e la gioia stessa è frutto dello Spirito (Gal 5,22).

La promessa dello Spirito da parte di Gesù si situa nel quadro di un dono di speranza: ‘non vi lascerò orfani’. Lo Spirito viene indicato come un altro ‘paraclito’, consolatore, e come Spirito di verità. E’ presenza che si fa accanto e protegge prendendo le difese: nel tempo della storia guida i singoli e le comunità all’incontro con Gesù. E’ il grande suggeritore che ricorda quanto Gesù ha comunicato.  

Alessandro Cortesi op

Ascoltare le vittime

Chi ascoltare, cosa ascoltare? L’ascolto delle vittime oggi è fondamentale per un cammino di chiesa che assuma la responsabilità e sappia guardare con sincerità il male, la violenza e il crimine presenti al suo interno.

Come testimonia suor Véronique Margron, presidente della Conferenza dei religiosi e religiose in Francia (CORREF) in un’intervista a Settimananews: “Senza l’ascolto delle vittime non si va da nessuna parte. Sembra uno slogan dire che «le vittime sono i maestri», ma è la verità. Perché solo loro possono raccontare la realtà del loro trauma; solo loro possono raccontare lo scarto tra il male commesso e il male subito. Il male fatto dall’aggressore può essere stato commesso una sola volta, o anche cento volte, ma è «passato» (ha una data). Ma il male subito dalle vittime è per tutta la vita. Questo scarto solo le vittime lo conoscono e solo loro posso raccontarlo. Noi lo abbiamo studiato e ascoltato; loro lo conoscono nella carne. Anche dal punto di vista teologico, loro sollevano le questioni da affrontare. Non hanno le risposte – come deve cambiare il governo della Chiesa per superare l’omertà, oppure come si deve ripensare la teologia del ministero o la formazione … – ma le domande vere le conoscono «carnalmente»”.

In un libro di testimonianza Patrick Goujon, gesuita del Centre Sèvres di Parigi, racconta la sua esperienza e il suo percorso: vittima di abuso da parte di un prete quando era bambino ripercorre i passaggi che l’hanno condotto ad una faticosa scoperta di quanto recava chiuso e inespresso nella sua memoria. Nel suo cammino di consapevolezza e nell’itinerario di fede che l’ha condotto alla scelta di divenire prete non ha evitato di affrontare domande scomode e dolorose. Qui alcuni squarci della sua testimonianza:

“Ho ritrovato la parola, sebbene ignorassi di esserne stato privato. Da bambino ho subìto per diversi anni abusi da parte di un prete. Un giorno mi è stato concesso di dirlo a me stesso, e poi di parlare. Mai avrei pensato che mi avrebbe fatto così bene (…) Mi ero forse, senza saperlo, domandato: «Ma dov’era il tuo Dio quando sei stato aggredito?». A questa domanda non so rispondere. Non ho mai creduto che Dio metta al riparo gli uomini dalla violenza, e ne ho avuto conferma nella sorte che è toccata al suo Figlio. Ma egli ascolta, ed è questo il suo modo di salvarci. Giobbe supplicava i suoi amici, sempre pronti a catechizzarlo senza mai prestargli ascolto: «Ascoltate bene la mia parola e sia questo almeno il conforto che mi date». Le consolazioni che cercano unicamente di ragionare sulla sofferenza sono illusorie. Siamo sottoposti alla prova del mancato intervento di Dio. Credo sia la faccia oscura della sua attenzione. Non ho mai detto a me stesso che il male che avevo subìto non avrebbe dovuto accadere in chiesa. Ho capito, sin dall’adolescenza, che essa non è esente da nessuno dei mali perpetrati dall’umanità. I suoi crimini mettono a nudo l’unica domanda che abbia un qualche valore porsi: come collocarmi, singolo in mezzo a tutti gli altri, di fronte alla violenza che scopro essere all’opera nell’umanità, dentro di me, e, a fortiori, in quelle donne e in quegli uomini che proferiscono un’etica fondata sull’amore del prossimo? Finché la Chiesa cattolica – per limitare il discorso ad essa – si crederà libera dal male, essa s’incamminerà sulla strada sbagliata. Come credenti, siamo chiamati a riconoscere che il male opera in essa, come in ogni gruppo umano e in ciascuno di noi. È fin troppo chiaro in che modo la coscienza di ciascuno di noi sia divisa. E questa divisione, manifesta nel male scelto deliberatamente, appare già nel momento in cui il nostro giudizio si ripiega nell’ombra e pensa che la sua mancanza di fermezza nello scegliere il bene potrà passare inosservata. La sola speranza è che il male non suggelli la condanna definitiva dell’intera umanità. È questo, credo, che testimonia Dio nella fede dei cristiani. Egli non ci intrappola in un giudizio di condanna, ma lancia un appello affinché ci allontaniamo da ciò che ci impedisce di vivere. Ci rimette così alla nostra propria responsabilità.” (da P.C.Goujon, In memoria di me. Sopravvivere a un abuso, EDB 2023)

Alessandro Cortesi op

V domenica di Pasqua – anno A – 2023

At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12

Nel IV vangelo a Tommaso che gli chiede ‘Signore non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?’ Gesù risponde: ‘Io sono la via, la verità e la vita’. La ‘via’ che Gesù apre e con cui si identifica è in relazione ad una mèta: ‘Io vado a prepararvi un posto’. La comunità che Gesù sogna è in cammino verso la comunione con il Padre nella casa dove ci sono molti posti.

Il suo essere ‘via’ si accosta così alla sua missione di ‘mostrare il Padre’. Gesù indica se stesso come luogo di passaggio, porta, per entrare ed uscire ed avere vita in abbondanza. Gesù è orientato al Padre in ogni suo gesto: il suo agire fa scorgere il volto invisibile del Padre. Al centro della vita cristiana sta il dono di un incontro. E Gesù manifesta il volto del Padre, la sua ‘gloria’, proprio sulla croce, luogo in cui rende presente la scelta dell’amore fino alla fine.

La prima lettera di Pietro presenta la comunità di coloro che seguono Gesù come costruzione fondata su di lui. Pietro invita a ‘stringersi a Cristo’, pietra viva. Egli per primo ha vissuto l’umiliazione dell’esser messo da parte dagli uomini, e per questo è solidale con tutti coloro che sono messi da parte ed esclusi. L’unico fondamento della chiesa – dice Pietro – è Cristo, ‘pietra scartata dai costruttori ma diventata pietra principale”. E riprende il salmo 118 in cui si dice. “Questo è opera del Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi!’ (Sal 118,22-23). Tutto l’edificio dovrà crescere sulla base di questa pietra d’angolo e la fedeltà al suo Signore starà proprio nel non perdere di vista che la pietra scartata (cfr. Mt 21,42-43) è base di un edificio che vive nello Spirito. E’ il paradosso della gloria che si rende presente nella croce e nello svuotamento.

Pietro aggiunge che anche noi siamo utilizzati come pietre viventi per una costruzione particolare, la costruzione della comunità descritta come un edificio nello Spirito. E’ lo Spirito che fa vivere la comunità cristiana e questo edificio nella sua interezza, dice Pietro, è ‘sacerdozio santo’.

“… sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana”.

Un breve squarcio sulla vita della prima comunità di Gerusalemme contiene indicazioni importanti. Sorge la difficoltà di comunicare nella differenza di cultura e mentalità in situazioni concrete. Da una questione che già aveva suscitato conflitto si sviluppa però una ricerca verso un esito imprevisto. E’ importante cogliere come questo sorge: gli apostoli infatti ‘chiamano insieme’ i discepoli. Il problema è affrontato insieme. La comunità elegge ed indica agli apostoli coloro chi viene individuato come responsabile di un servizio per una parte della comunità di lingua greca analogo a quello degli apostoli. E questi ultimi, dopo aver pregato, impongono loro le mani. In poche righe è delineato uno stile di condivisione e ricerca comune nella scelta di responsabili di un servizio nella comunità. Un momento di difficoltà diviene occasione per individuare soluzioni nuove quale approfondimento della chiamata di Dio. Anche oggi sono da scoprire modi e vie perché le comunità nella convocazione e nella comune ricerca possano indicare responsabili di ministeri diversi e diffusi trovando poi conferma con l’imposizione delle mani, con apertura all’inedito opera dello Spirito.

Alessandro Cortesi op

Sinodo… camminare insieme

Il Sinodaler Weg è il Cammino Sinodale tedesco composto da 230 delegati, intrapreso quattro anni fa e che ha compiuto sinora un lungo e rilevante percorso.

Il punto di partenza da cui il Cammino Sinodale ha tratto origine è stato lo scandalo degli abusi sessuali e del loro occultamento particolarmente avvertito in Germania. La questione era stata portata alla luce nel 2018 in un articolato progetto di ricerca (Studio MHG progetto scientifico Abuso sessuale di minori da parte di sacerdoti cattolici, diaconi e religiosi di sesso maschile nella giurisdizione della Conferenza episcopale tedesca). Si è così individuata la finalità di approfondire la missione evangelica in rinnovamento dell’essere Chiesa scegliendo la via della sinodalità e con l’intento di vivere una testimonianza credibile nel contesto attuale. Il cammino si è posto nella linea di coltivare la trasparenza ed un parlare «occhi negli occhi» ossia in un quadro di parità di tutti coloro che hanno partecipato come delegati.

I 230 delegati sedevano nelle Assemblee in ordine alfabetico: le assemblee sono state condotte secondo uno statuto approvato e hanno visto il convergere dei contributi dei gruppi di lavoro, la discussione e la presentazione di emendamenti ai testi. Ogni documento per giungere all’approvazione doveva essere esaminato in due letture e alla seconda lettura doveva risultare una maggioranza comprendente i due terzi dei vescovi. Alcuni testi sulle strutture di potere della chiesa hanno richiesto anche l’approvazione dei due terzi delle donne tra i delegati.      

Il dibattito stesso ha portato a scorgere come i problemi che la chiesa sta vivendo non siano una emergenza occasionale ma abbiano radici profonde ed esigano un cambiamento del sistema. E’ stata questa una presa di coscienza comune condivisa tra le varie componenti del cammino sinodale, uomini e donne, laici, presbiteri e vescovi.

Nel dibattito non sono mancate difficoltà in particolare negli anni della pandemia e momenti di crisi, in particolare quando alcuni documenti – uno in particolare sulla morale sessuale ha incontrato la bocciatura nel 2022 –  ma ha prevalso sempre la ricerca di un dialogo e l’intenzione di perseguire un faticoso raggiungimento di consenso.

Nel frattempo è stato iniziato il cammino del Sinodo universale che ha fatto scorgere come il cammino della chiesa tedesca si situa nel quadro di un processo di rinnovamento di tutta la chiesa.

Il vescovo Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, ha più volte ribadito che la chiesa in Germania non ha alcuna intenzione di attuare uno scisma né di porsi nei termini di una chiesa nazionale.

Il Cammino sinodale sulla base del proprio statuto approvato ha costituito quattro gruppi indicati come Forum sui seguenti ambiti: il potere nella Chiesa, la dimensione esistenziale del prete, i ministeri delle donne nella Chiesa, la morale sessuale.

La V assemblea sinodale che si è tenuta nel marzo 2023 ha approvato alcuni testi importanti: In tutti questi è presente una articolata riflessione teologica maturata e precisata nel corso delle precedenti assemblee del Cammino sinodale che sta alla base delle proposte e di indicazioni concrete di rinnovamento.

Un primo testo dal titolo Le donne nei ministeri sacramentali: prospettive per un confronto nella Chiesa universale: la questione sull’ordinazione femminile è affrontata come questione aperta e si richiede il diaconato per le donne. Il documento Annuncio del Vangelo da parte di persone laiche nella Parola e nei sacramenti presenta la possibilità per i laici in generale e per le donne di predicare nella celebrazione eucaristica. Un testo sulla benedizione alle coppie omosessuali, uno sulla «diversità di genere» delle persone transgender e intersessuali. Un documento propone di eliminare l’obbligatorietà del celibato per i preti. Solamente il documento “Gestire la diversità di genere” ha posto una lunga premessa al posto del testo base, che era stato bocciato nel settembre 2022 nella IV assemblea sinodale: tutti i testi infatti hanno attraversato un processo di approvazione e votazione e questo testo non aveva ottenuto la maggioranza dei due terzi dell’episcopato.

C’è stato peraltro voto positivo dei vescovi sul tema dell’ordinazione sacramentale per le donne e questo tema dovrà essere posto in esame a livello di Chiesa universale. Così nel documento Annuncio del Vangelo da parte di persone laiche nella Parola e nei sacramenti, si consente alle donne di predicare nella celebrazione eucaristica, benché non siano stati considerati altri temi relativi alla riconciliazione e unzione degli infermi.

Molti di questi testi esigono il consenso della s.Sede per poter divenire operativi ed essere applicati nella prassi pastorale tuttavia il grande contributo che il Cammino sinodale tedesco ha portato è stato quello di offrire 15 documenti che hanno visto una approvazione generale e composita nel corso di quattro anni di lavoro. Come ha detto il vescovo di Osnabrück Franz-Josef Bode, membro del direttivo del Cammino sinodale, “non si può far rientrare il dentifricio nel tubo da cui è uscito”. Dorothea Sattler del Forum III ha detto: “Vogliamo questa rete a livello universale e vogliamo far arrivare questi argomenti, che sono la linea di fondo del nostro forum, ma anche di tutto il percorso sinodale, dalla Germania all’intero processo di discussione della Chiesa universale”.

Il rapporto tra il Cammino sinodale tedesco e la Curia vaticana non è stato tranquillo ed ha incontrato problemi e momenti di tensione.

A conclusione della V Assemblea sinodale è stata eletta una Commissione sinodale, composta di vescovi, presbiteri, consacrati/e laiche e laici con l’incarico di condurre avanti il lavoro intrapreso e per approfondire testi che non sono stati votati nel corso di questi anni (ad es. il testo sulla sinodalità Consultare e decidere insieme). E’ anche previsto che tale Commissione costituisca il Consiglio sinodale. Ma tale orientamento ha incontrato il rifiuto del Vaticano (cfr. lettera gennaio 2023). Sulla questione controversa i vescovi tedeschi auspicano che si giunga ad una soluzione in accordo con il Vaticano. Nel 2026 è prevista una sesta assemblea per esaminare e valutare il cammino condotto.

Alessandro Cortesi op

Per approfondire:

La rivista Il Regno ha dato resoconto della varie fasi del Cammino Sinodale:

A cura di Sarah Numico in: Regno-att. 14,2019,400; 22,2019,655; 4,2020,72; 16,2020,451; 4,2021,75; 18,2021,565; 4,2022,76; 16,2022,481.483 (A.Autiero).

I testi fondativi del Cammino sono stati pubblicati in Regno-documenti 5,2020,158 (Forum preparatori su potere, vita sacerdotale, donne e morale sessuale);  

Regno-documenti 21,2021,657 (Testo alternativo per il Forum su «Potere e divisione dei poteri nella Chiesa»)

Regno-documenti 19,2022,620 (Proposta (bocciata) del Forum sinodale IV del Cammino sinodale tedesco.

Sullo scontro Roma-Germania:

  • lettera di papa Francesco del 29 giugno 2019 «al popolo di Dio che è in cammino in Germania» (cf. Regno-doc. 15,2019,479 e Regno-att. 18,2019,519);
  • testo del card. Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, e risposta tedesca in Regno-doc. 19,2019,604; cf. anche Regno-att. 14,2020,387;
  • dimissioni poi rientrate del card. Reinhard Marx, cf. Regno-att. 12,2021,345;
  • lettera del teologo Peter Hünermann al papa in Regno-att. 22,2022,686.
  • visita ad limina dei vescovi tedeschi Regno-att. 22,2022,688 Regno-doc. 3,2023,106.

Maria Elisabetta Gandolfi, Cammino sinodale in Germania, “Il Regno-Attualità”, 6/2023, 15/03/2023.

Paola Colombo, Sinodo tedesco: quei “sì” nati da un dibattito fra pari, “Il Regno-Attualità” 6/2023, 15/03/2023.

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